Partiamo da lontano per trasmettere questo concetto. Quando camminiamo il nostro corpo si muove secondo uno schema prestabilito e automatico. Ad esempio portando avanti la gamba destra avanzerà spontaneamente il braccio sinistro. Nell’attimo in cui si inverte il passo, immediatamente si ribalta lo schema cambiando il quadro dei muscoli attivati evidenziando quindi il classico dondolamento in avanti e indietro delle braccia durante la marcia.

Anche per compiere un’azione apparentemente così banale il nostro sistema nervoso interagisce con l’ambiente esterno ed interno, con gli input che vengono registrati, modificando di continuo la propria struttura e definendo una postura che possiamo sintetizzare come la nostra capacità di mantenere l’equilibrio al massimo del comfort e con il minimo dispendio di energie, mentre lottiamo con un nemico invisibile che è la forza di gravità.

Se subentra un elemento di disturbo per il nostro sistema, uno stress, il sistema nervoso modificherà in modo da assorbirlo nel modo più economico possibile in termini di consumo energetico e, se necessario, innescando alcune modifiche nella postura del corpo intero, inteso come posizione spaziale del capo, degli occhi, della mandibola, delle spalle, del dorso, delle gambe come un effetto domino. Compito dello gnatologo – posturologo  è innanzitutto quello di saper discriminare quando uno squilibrio, l’anello che ha ceduto, viene dalla bocca ed è di pertinenza odontoiatrica o viene da altri distretti.
Quindi non dovrà fermarsi al sintomo più evidente, alla prima spia, ma dovrà saper effettuare una vera e propria diagnosi differenziale centrata non sulla patologia ma sull’individuo. Questo significa odontoiatria olistica.

 

Da dov’è partito l’impulso a ricercare un’odontoiatria così detta Olistica?

Quest’impulso è nato dagli innumerevoli insuccessi in campo ortodontico dovuti ad un diagnosi iniziale non corretta che identificava come causa del problema solo l’apparato dentario senza considerare che la bocca non è un organo a sé stante, ma facente parte di un sistema in cui i vari distretti interagiscono tra loro.

Ad esempio in alcuni pazienti l’occlusione non corretta tra i denti (malocclusione) rappresenta un adattamento ad uno stress proveniente da distretti lontani e quindi  il solo trattamento ortodontico o protesico che non prenda in considerazione le cause a monte non sarà risolutivo a causa delle recidive che sicuramente si verificheranno.

 

Come interveniamo quando il sistema stomatognatico è la “vittima”?

Se vogliamo considerare un approccio globale dell’organismo nell’ambito delle problematiche della bocca, l’osteopatia e l’utilizzo di analisi strumentali attraverso la Pedana Baropodometrica rappresentano un irrinunciabile ausilio.

L’osteopatia ci consente di valutare l’impatto sull’intero organismo delle problematiche orali e viceversa, cioè l’impatto che i problemi extra stomatognatici possono avere sulla bocca.

 

Cos’è l’osteopatia?

L’osteopatia è una disciplina consolidata che si prefigge lo scopo di assistere il paziente nel recupero del benessere psico-fisico attraverso l’utilizzo del contatto manuale del corpo, per valutare e trattare numerose patologie muscolo-scheletriche.

Ricerca il fattore eziologico (la causa) e le alterazioni delle funzioni dell’organismo che hanno portato alla patologia, spesso originata lontana dal sito dolente.

Qualsiasi intervento che comporti modifiche occlusali (apparecchi ortodontici, protesi, estrazioni) comporta un adeguamento posturale. L’intervento dell’osteopata può facilitare questo adattamento, o può correggere i fastidi correlati.

Il lavoro dell’osteopata ottimizza e accelera il trattamento ortodontico (a condizione che questi vada nella direzione della fisiologia posturale).